Lady Tarin e Roberto Kusterle espongono assieme per la prima volta, partendo da un mezzo di espressione comune, la macchina fotografica e la predilezione per il monocromo, ingaggiati in un ideale duello attorno al corpo e alle sue forme di manifestazione, nodo centrale della ricerca artistica di entrambi.

Se Lady Tarin conduce una indagine cruda su un erotismo libero e liberato, dove i suoi soggetti si spogliano degli standard estetici e dei codici imposti da moda e società, per mostrarsi all’occhio dello spettatore nella loro essenza, Roberto Kusterle sublima quella stessa nudità nell’espressione di un profondo mutamento, una comunione mistica con la natura, dove il corpo diventa una materia inafferrabile e impalpabile ed emanazione di un erotismo sognato.  Tra vitalismo erotico e scrigno dell’inconscio, il risultato è per entrambi gli artisti la messa a nudo dell’essenza dell’essere umano, di un corpo che si fa identità profonda. Una nudità dell’anima.

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