I due artisti altoatesini presi singolarmente, ad una prima occhiata superficiale, sembrerebbero contrastare violentemente in tutte le peculiarità dei loro lavori. Genere, tecnica, cromatismi, messaggi paiono esser l’uno agli antipodi dell’altro, ma poi scopriamo con stupore che accostandoli, nell’anarchia dell’arte, nasce un intenso dialogo, fatto di materia, cultura e profondità concettuale. Il dialogo presto muta e si trasforma in comunanza, fusione.

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